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Non esiste epoca in cui non siano imperversate guerra tra i popoli e, è inutile dirlo, l’area del Mediterraneo non è stata risparmiata. In Africa, sono stati numerosi i conflitti rilevanti, ciascuno con il proprio carico di atrocità. La vita di Zuleikha Al-Shayeb è una testimonianza di queste barbarie, troppo spesso passate sotto silenzio.

Nel 1954, la Francia e l’Algeria (un tempo colonia francese) entrano in guerra e ha così inizio un conflitto che provocherà diverse centinaia di migliaia di morti. La guerra d’Algeria non solo cambierà per sempre le relazioni diplomatiche tra questi due paesi, ma muterà anche il destino degli uomini e delle donne coinvolti. Tra loro spicca per la sua storia Zuleikha Al-Shayeb, una delle più importanti resistenti algerine.

Nata il 7 maggio 1911 a Hajout, in Algeria, Zuleikha gioca un ruolo importante nella resistenza contro l’esercito francese e nella difesa della sua terra natale. Al momento dello scoppio della guerra, Zuleikha si unisce rapidamente ai combattimenti e si distingue per il suo coraggio e per la sua intelligenza. Si prodiga in azioni eroiche per la libertà del suo popolo e, oltre ad essere una combattente senza pari, Zuleikha raccoglie denaro, viveri e medicinali da distribuire agli agenti della resistenza.

Grazie a tutti questi atti valorosi, Zuleikha Al-Shayeb prende rapidamente il comando dell’intero gruppo di resistenza della città di Cherchell, nella quale è cresciuta. È questa presa di potere che la mette nel mirino dell’esercito francese che intensifica le operazioni per cercare di fermarla.

Dopo una serie di tentativi infruttuosi, il 15 ottobre 1957 la Francia riesce infine a mettere le mani su di lei, in seguito a un’operazione ad ampio raggio. Dell’arresto non ci resta altro che una sola fotografia nella quale si vede la resistente, seduta e ammanettata a un camion dell’esercito francese, fissare l’obiettivo con occhi decisi.
Dopo lo scatto di questa foto, Zuleikha sarà trascinata lungo le vie della capitale per mostrare alla popolazione algerina quale sarebbe stato il prezzo da pagare per coloro che avrebbero osato ribellarsi. Venne torturata per 10 giorni per estorcerle informazioni, 10 giorni di orrore che tuttavia si riveleranno inefficaci di fronte alla forza di volontà di Zuleikha che non cederà, fermamente determinata a soffrire per la libertà dell’Algeria.

Al termine dei dieci giorni, l’esercito francese decide di porre fine alla vita di colei che diventerà così una martire. Il 25 ottobre 1957, Zuleikha Al-Shayeb viene caricata a bordo di un elicottero da cui sarà in seguito lanciata giù senza alcuna pietà. Il suo corpo sarà “ritrovato” solo molti anni più tardi, nel 1984, quando un contadino si ricorderà di aver seppellito il cadavere di una donna trovato sul bordo di una strada. Le sue lotte e la sua morte non sono state però vane, poiché nel 1962 la Francia si ritira dall’Algeria e il 5 luglio ne riconosce l’indipendenza, dopo quasi 8 anni di scontri feroci.

Il ricordo dell’intrepida Zuleikha Al-Shayeb e della sua terribile storia è ancora vivido nella mente di tanti algerini, ma purtroppo non è che un destino in mezzo a tanti altri. Quante storie altrettanto tragiche hanno prodotto le guerre? Quante di queste storie oggi dimenticate non verranno mai alla luce, ridotte al silenzio dalla barbarie degli uomini e dal desiderio di colonizzazione di chi governa?

Articolo di Mathias Pradier, traduzione di Gloria Torelli