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Magyd Cherfi (Ph. Polo Garat)

Nato a Tolosa nel 1962 da genitori di origine cabila, Magyd Cherfi sa di essere uno dei pochi “fortunati”, uno dei pochi che “ce l’ha fatta”.

Il cantante e scrittore francese, infatti, è riuscito ad integrarsi, a trovare un lavoro in Francia nonostante le sue origini algerine: una cosa abbastanza difficile di questi tempi dove il colore della pelle spesso influenza la vita. Cherfi si può definire un uomo con un doppio bagaglio culturale: quello francese e quello algerino.

Essere considerati francesi, infatti, è molto difficile quando si hanno origini al di fuori dell’Hexagone. Per questo motivo, l’autore lotta da tutta la vita con le sue armi, la musica e la scrittura, per far valere i diritti di tutti, per dire “noi siamo francesi”.

Immigrazione, integrazione, razzismo e la sua doppia appartenenza franco-algerina sono i temi che emergono dalle canzoni, dagli spettacoli e dalle opere di Magyd Cherfi. Già affrontati nelle canzoni degli Zebda, il gruppo di cui ha fatto parte dal 1985 al 2015, questi temi si fanno sempre più forti ed evidenti in opere autobiografiche come Livret de famille (2004), Ma part de Gaulois (2016, vincitore dei premi Le Parisien Magazine (2016), Prix des Députés (2017) e Beur FM Méditerranée (2017) e La part du Sarrasin (2020). Nella raccolta di racconti La Trempe (2007) fa da sfondo alla trama l’annosa discussione tenutasi in Francia riguardo l’identità nazionale, già trattata dallo scrittore nel libro Ma part de Gaulois.

Riguardo quest’ultima, in un’intervista con Céline Lemaire e Gabriel Zemron del novembre 2009, Magyd Cherfi sostiene che il dibattito sull’identità nazionale lanciato da Eric Besson è per lui la «fine della speranza nella fratellanza», un modo di «instaurare una razza bianca».

Un altro tema centrale di questa raccolta è l’amore materno che spesso, come racconta l’autore, esclude e paralizza invece di emancipare. Qui Cherfi fa cantare alla propria penna le violenze, le ingiustizie e i sentimenti troppo a lungo taciuti. La Trempe vince così due importanti premi: il Prix Marguerite Audoux 2007 e il Prix Beur FM Méditerranée 2008.

Il problema, secondo Cherfi, risiede anche in uno Stato che non dà eguali diritti e non protegge chi ha un “pezzo” di cultura che viene da lontano. Cosa possono fare quindi persone che vivono in situazioni così disperate? Secondo l’autore devono partire, ma per dove? Non c’è nessuno a garantire loro protezione. Alla fine, la realtà è che spesso non ci sono molte vie d’uscita.

Partire... Questo è il fulcro del testo della canzone On part scritta da Magyd Cherfi e contenuta all’interno della raccolta Au coeur de l’errance (2018, tradotta in italiano e in uscita nei primi mesi del 2021 per Astarte Edizioni). “On part”, partiamo, per qualcosa di migliore, per un sogno, un bagliore di speranza.

Nonostante la sua resistenza contro un sistema che tende ad escludere piuttosto che integrare, Cherfi non si definisce un militante politico, ma cerca piuttosto di fare militanza emotiva attraverso le sue canzoni e le sue opere, che ad oggi non sono ancora state pubblicate in italiano. 

Articolo di Chiara Caccavale