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Nata il 22 settembre 1920, Andrée Michel è una sociologa francese e un’attivista femminista impegnata nella causa anticolonialista e antimilitarista. Il suo lavoro di ricerca è orientato verso le discriminazioni, le disparità di classe e di genere, la denuncia del sistema patriarcale, gli effetti del colonialismo e l’antimilitarismo, temi centrali delle sue numerose pubblicazioni, oltre che motivazioni alla base delle molteplici cause che difenderà nel corso di tutta la sua vita.

Non è affatto sorprendente, dunque, che Andrée Michel sia stata presente ad uno degli eventi pacifisti più memorabili della fine del XX secolo: il viaggio in nave delle donne arabe per la pace del 1990.

In un momento in cui l’Iraq si trovava sotto embargo, i bambini erano vittime della mancanza di alimenti e medicinali e le forze militari occidentali invadevano il Golfo arabo-persico, alcune donne decisero di unirsi per opporsi ai Capi di Stato e alla stragrande maggioranza della popolazione, persuasi che un intervento militare fosse l’unico mezzo per risolvere il conflitto.

Fu così che Andrée Michel si unì a un equipaggio composto da più di trecento donne, non solo arabe, ma anche europee, americane e giapponesi, provenienti dai paesi membri della coalizione schierata contro l’Iraq, tutte determinate a manifestare il loro dissenso per il conflitto militare e a dimostrare che la pace fra i paesi in questione era possibile. La nave avrebbe dovuto infatti collegare Algeri con Bassora in diciotto giorni, facendo scalo in vari porti con lo scopo di raccogliere viveri da poter ridistribuire ai bambini iracheni che ne erano privi.

Ma le cose non andarono come previsto. Alcuni soldati occidentali abbordarono la nave e ordinarono alle donne presenti a bordo di gettare gli alimenti che avevano ottenuto. Ma senza ascoltare altro se non il loro coraggio, le donne si opposero fermamente. Da quel momento iniziò il loro incubo. Andrée Michel e le altre donne a bordo furono tenute in ostaggio per due settimane, subirono violenze indicibili e furono costrette a razionare le derrate quando queste cominciarono ad esaurirsi. Come massima espressione di protesta pacifica, preferirono patire la fame, la sete e le aggressioni, piuttosto che piegarsi di fronte alle richieste dei soldati.

Senza la determinazione di Andrée Michel e Nasra Al Sadoon, scrittrice anche lei a bordo della nave, questo esempio di solidarietà, di forza e di coraggio sarebbe probabilmente passato sotto silenzio. Grazie ad un libro scritto dalle due donne, in cui raccontano questa epopea mediterranea per la pace, le autrici hanno permesso che si affermassero l’audacia, l’ardimento e la temerarietà delle donne presenti su quella nave.

Come dice Andrée Michel nella prefazione dell’opera: «facendo leggere Le Bateau des Femmes Arabes pour la Paix, le donne contribuiranno a porre fine a quell’embargo sull’informazione che lascia la popolazione in preda all’ignoranza delle realtà, annichilendone la coscienza morale e condannandola all’accettazione dell’inaccettabile […]».

E questa non è che una delle numerose battaglie portate avanti da Andrée Michel, che ha consacrato la propria vita alla lotta per la giustizia e l’uguaglianza, difendendo la pace e la causa femminile con un fervore incredibile, animata dalla volontà di aiutare gli altri e di abbattere i dettami sociali. Si tratta indubbiamente di una delle figure femminili più emblematiche di questo secolo, le cui idee e sforzi, all’avanguardia per l’epoca, meritano di essere conosciuti.

Articolo di Marie Foucray, traduzione di Gloria Torelli.